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32 (2021) 183-212rivista di ricerca teologicaVirgilio Cepari S.I.e la Compagnia di Gesùal Carmelo fiorentinodi S. Maria Maddalena de’ Pazzidi CHIARA VASCIAVEO*Nell’introduzione alla Vita della Madre Suor Maria Maddalena de Pazzi del 1607,don Vincenzo Puccini precisava che le parole di suor Maria Maddalena erano stateriviste non solo dal governatore che l’aveva preceduto, don Francesco Benvenuti, maanche da molti padri della Compagnia di Gesù, fra i quali i rettori del Collegio di Firenze, Niccolò Fabrini e Virgilio Cepari.1 A questa tesi si rifecero i Bollandisti nella vocededicata a Santa Maria Maddalena.2 Tale affermazione, però, rispondeva solo in partealla realtà storica. Infatti i padri gesuiti, a Santa Maria degli Angeli, erano stati moltopiù che semplici censori.Pochi riferimenti erano rimasti nella biografia del Puccini, riguardo al ruolo di qualche religioso nella formazione di Caterina Pazzi (1566-1607), particolarmente prima delsuo ingresso in monastero.3 Un veloce cenno esprimeva la stima che suor Maria Madda-*Responsabile dell’Archivio Storico del Carmelo S. Maria degli Angeli e S. Maria Maddalena de’Pazzi – Firenze; [email protected]«Da esso [Benvenuti furono] date a rivedere in diversi tempi a molti Padri della Compagnia diGiesù, fra i quali al P. Niccolò Fabbrini, al P. Vergilio Cepari Rettori in diversi tempi del lor Collegio diFirenze, al P. Michel Hieronimo, e ad altri, e conforme alle loro relazioni il detto Messer Francesco glisottoscrisse di propria mano, confermando tutti la gran bontà di quest’anima benedetta». PUCCINI, V. Aldevoto lettore, in Vita della Madre Suor M. Maddalena de Pazzi fiorentina, Giunti, Firenze 1609, sp.[d’ora in poi VP 1609]. Questa opera è un lavoro a più mani, come rivelano le bozze ancora presentinell’archivio monastico, curato da molte sorelle che vissero con suor Maria Maddalena a partire damadre Pacifica del Giocondo, basandosi sulle loro testimonianze, con la supervisione del Puccini, uscìsotto il suo nome come di consueto. Certo, il governatore orientò una sua lettura della testimonianzamaddaleniana anche per essere idonea a superare la censura dei responsabili dell’Inquisizione dell’Arcidiocesi. Essa venne completata nel 1611 da una corposa sezione antologica delle parole riportate di suorMaria Maddalena.2De S. Maria Magd. de Pazzis, in Acta Sanctorum Maij, HENSCHENIO, G. - PAPERBROCHIO, D. - BAERTIGO, F. - JANNINGO, C. (edd.), VI, J. B. Albrizzi et S. Coleti, Venezia 1688, 177-351, in part. 177.3VP 1609, 4.9.CHIARA VASCIAVEO183
32 (2021) 183-212rivista di ricerca teologicalena aveva avuto per il padre Ignazio ancora beato4 e per il giovanissimo Luigi Gonzaga,a favore del quale aveva reso anche una testimonianza giurata.5 Ma risulta piuttosto strano che il Puccini non ricordasse il fatto che, nel processo remissoriale, erano stati interrogati insieme a lui gli anziani padri Virgilio Cepari e Michele Hieronimo,6 oltre all’ottantenne p. Giacomo de’ Bassi, confessore dell’intera famiglia Pazzi.7 Come è difficile chepotesse ignorare il ruolo del fiorentino padre Ottavio Gondi,8 anch’egli annoverato tra iconfessori straordinari del monastero carmelitano, pur se defunto prima del processo.Più tardivamente, nel XIX secolo, per ovviare in parte a tali lacune, nella secondaedizione della Vita di S. Maria Maddalena de’ Pazzi del p. Cepari, curata dal p. EttoreVenturi, fu allegata una nota riguardo alla «Stima e affetto della Santa per la Compagnia diGesù»,9 con una raccolta sintetica dei padri che l’avevano seguita, tra XVI e XVII secolo.In realtà, la consuetudine di accompagnamento spirituale delle carmelitane fiorentine da parte della Compagnia, era iniziata circa quarant’anni prima, almeno a partire dal1557, come è stato acclarato grazie a documenti coevi di recente studiati10. Dal 1610,4«La terza Domenica dell’Avvento a 18 di Dicembre dell’anno 1594, rapita in estasi al solito, vide laVergine Santissima in mezzo di S. Angelo Martire Carmelitano e del Beato Ignazio fondatore della Compagnia di Giesù». VP 1609, 283. Nell’edizione dei manoscritti ufficiali, invece, si ritrovano vari riferimenti a S. Ignazio segnatamente riguardo all’umiltà e alla vita interiore anche se con una più precariatradizione manoscritta. Cf. SANTA MARIA MADDALENA DE’ PAZZI, Probatione, AGRESTI, G. (ed.), VI/2,Nardini, Firenze 1965, 232-238.241-242.258-259, in part. 248-249: «Doppo aver visto come Dio si compiaceva e dilettava tanto nell’anima di S. Giovanni evangelista che, per modo di dire, non pareva avessialtri Santi in paradiso, vedde che in simil modo si dilettava nell’anima di S. Ignazio, fondatore de’ Gesuiti e, [havendo] detto che lo spirito di questi Santi era il medesimo, perché tutto è amare e condurre aamare, soggiunse: Il più felice spirito che regni oggi in terra è quello di S. Ignazio, perché i sua figliuolinel condurre anime a Dio proccurano principalmente di dar notitia quanto è grato a Dio e quantoimporta attendere all’opere interne, e trattare internamente con Dio».5«Oh che gloria, ha Luigi, figliuolo d’Ignazio! Non mai l’haverei creduto, se non me l’havessemostro Giesù mio. Mi pare in un certo modo, che non habbia da essere tanta gloria in cielo, quanta neveggio havere Luigi. Io dico che Lui è un gran Santo». VP 1609, 169-170.6Michele Hieronimo (Geronimo o Girolamo), nato a Siviglia (1554), fu ricevuto nella Compagnia aRoma. Svolse il suo apostolato in varie città italiane, da Genova, a Firenze e Roma. Di lui sono note dellelettere di direzione spirituale. Spirò il 24.12.1629. Cf. DE BACKER, A. - SOMMERVOGEL, C., Bibliothèquedes Écrivains de la Compagnie de Jésus, III, Schepens - Picard, Bruxelles Parigi, 1892, col.1458. Cf.FEJÉR, J., Defuncti primi saeculi societatis Jesu, 1540-1640, I, Curia Generalitia S. J. Borgo Santo Spirito5 - Institutum Historicum S.J., Roma 1982, 106.7Summarium actionum, virtutum et miraculorum S. Dei M. Magadalenae de Pazzis OC: ex ProcessuRemissoriali Desumptorum, SAGGI, L. (ed.), Institutum Carmelitanum, Roma 1965, 45-48. Giacomo (De)Bassi spirò a Firenze il 1.05.1621. Cf. FEJÉR, J., Defuncti primi saeculi societatis Jesu, 1540-1640, cit., 17.8Cf. VP 1609, sp. Nato a Firenze (1549), fu valente predicatore. Spirato il 30.08.1606. Fu autoreanche di una vita della Beata Orsola, fondatrice della Compagnia di S. Orsola (1600). Cf. DE BACKER, A.- SOMMERVOGEL, C., Bibliothèque des Écrivains de la Compagnie de Jésus, III, cit., col.1558.9CEPARI, V., Vita de la serafica Vergine S. M. Maddalena de Pazzi dell’Ordine Carmelitano della PrimaOsservanza Regolare scritta dal p. Virgilio Cepari d. C. d. G. Con aggiunta delle Lettere inedite della Santadettate in estasi, E. Venturi (ed.), Giacchetti e Figlio, Prato 1884, 514-521.10VASCIAVEO, C., «“C’è una gran carestia di buon Pastori”. Il carteggio tra il Carmelo di santa MariaMaddalena de’ Pazzi e don Leone Bartolini (1557-1572)», Vivens Homo 2/31 (2020): 327-349. EsistonoCHIARA VASCIAVEO184
32 (2021) 183-212rivista di ricerca teologicainoltre, le carmelitane di S. Maria degli Angeli chiesero al papa di poter istituzionalizzare la presenza della Compagnia nei confronti delle monache, inserendo nelle loro Costituzioni la possibilità di avere preferibilmente come confessori straordinari i padri gesuiti11. Tale consuetudine le accompagnò per secoli, giungendo fino alle successive Costituzioni del 1935.12 Così la presenza pastorale dei gesuiti a Santa Maria degli Angeli, benlungi dall’essere un intervento sporadico, si estese per oltre quattrocento anni, giungendo fino a tutto il XX secolo.Del resto, sono ben note le difficoltà dichiarate durante la visita del generale Rossidel 1567, nel Carmelo dell’Incarnazione di Avila riguardo alla perplessità di molte monache nel continuare a confessarsi dai frati carmelitani. Se alcune ritenevano un affronto per l’ordine non avere confessori carmelitani, per altre, i frati locali non brillavanoper preparazione spirituale e tendevano a stabilire delle amicizie particolari. Inoltre, siescludeva totalmente l’opportunità della presenza di qualcuno, come il sottopriore, p.Luigi di S. Pietro, essendo ritenuto la «vergüenza de la Orden».13 Da tale situazionenasceva la necessità per le monache più motivate di rivolgersi tanto al clero secolare chead altri religiosi presenti in città. Non sempre gli ordini antichi avevano dappertuttoeffettivi all’altezza dei propri ideali e tale condizione poneva le monache in una dipendenza giuridica e spirituale talvolta spinosa se non grave.A Firenze, di tempo in tempo, si seguì la strada di rivolgersi ai religiosi più impegnatiquale che fosse il loro ordine. E dopo i carmelitani della Congregazione Mantovana ealcuni padri del Carmine, si preferirono prima i domenicani legati al movimento savonaroliano e poi la giovane Compagnia.Numerose nuove leve della comunità claustrale, come avvenne per diverse carmelitane scalze, furono seguite prima del loro ingresso e anche nella loro vita religiosa daaltri documenti, sia nell’Archivio delle Carmelitane che di matrice gesuita in manoscritti dal 1600 al 1800,che sembrano retrodatare l’intervento gesuita al 1551. Ovviamente non si può escludere che riportinonotizie attendibili, ma trattandosi di trascrizioni anonime senza elementi circostanziati, si riportano soloper completezza: «Il padre Jacopo Lainez . giunse in Firenze l’anno 1548 . nel medesimo tempo, aiutònello spirito molti monisteri di monache e singolarmente quello di Santa Maria degli Angeli, ove introdussela frequenza delle sante comunioni, l’orazion mentale, l’esame di coscienza e vari altri pii esercizi». Archivio di Stato di Firenze, Compagnie religiose soppresse, G. XII, ins. n. 227, fascicolo non numerato. SANDRINI[D.?] OP, Supplemento alla Vita o sia Notizie del Venerabile Padre Alessandro Capocchi riguardanti il monastero di S. Maria degli Angeli e S. M. Maddalena de’ Pazzi estratte dalla Vita manoscritta del P. Sandrini OP,ms, Archivio di Santa Maria degli Angeli e S. M. Maddalena de’ Pazzi ( SMA) 2.2.IIIB.7, 3. ANONIMO,Ricordo, post 1773, ms, SMA 2.3.IIIE.2. Cf. anche De S. Maria Magd. de Pazzis, in Acta Sanctorum Maij,cit., 177. D’ADDARIO G., Aspetti della Controriforma a Firenze, Ministero dell’interno, Roma 1970, 449.11Regola del Sacro Ordine della Beatissima Vergine del Monte Carmelo e Costituzioni delle ReligioseSorelle et Monache di Santa Maria de gli Angeli in Borgo Santo Fridiano di Firenze, del medesimo OrdineCarmelitano, Firenze 1611, 67.12Regola del Sacro Ordine della Beatissima Vergine del Monte Carmelo e Costituzioni delle ReligioseSorelle et Monache di Santa Maria de gli Angeli in Borgo Santo Fridiano di Firenze, del medesimo OrdineCarmelitano, Firenze 1936, 77, n. 252.13STEGGINK, O., La Reforma del Carmelo Español. La visita canónica del general Rubeo y su encuentrocon Santa Teresa, Institutum Carmelitanum, Roma 1965, 303-307.CHIARA VASCIAVEO185
32 (2021) 183-212rivista di ricerca teologicagesuiti, fino ad essere incaricati di essere confessori straordinari in forza delle Costituzioni (1611-1936).14 In questo contributo, a cinquecento anni dalla conversione per padre Ignazio, anche sulla base di inediti presenti nell’archivio fiorentino, si vorrebbe fornire un primo sguardo al ruolo svolto per secoli dalla Compagnia nei confronti del Carmelo di Santa Maria degli Angeli, con particolare attenzione all’epoca di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, cercando di individuare orientamenti spirituali ed apostolici proposti.1. Le monache degli Angeli e i gesuiti: gli iniziLa comunità monastica di Santa Maria degli Angeli in Firenze, radicata nella Regolae nella spiritualità del Carmelo, iniziò la sua esistenza pluricentenaria intorno al 1450,con la professione di monna Innocenza d’Arrigo Bartoli e di altre sorelle nella chiesa deifrati carmelitani in San Frediano. Per il suo gruppo, molto probabilmente, fu ottenutadal priore dei frati, Bartolomeo Masi Soderini, la bolla di approvazione pontificia (1452)da Niccolò V per l’accettazione di donne alla professione nell’ordine, ancora presentenell’archivio di Stato di Firenze15.La comunità storica, dal 1520, per decreto di papa Leone X (Medici),16 fu caratterizzata da una peculiare autonomia in ordine alla giurisdizione rispetto all’ordine di origine, rimanendo pienamente carmelitana nel fondamento della Regola e nello stile spirituale. Inoltre, le monache collegandosi prima con la Congregazione Mantovana dei carmelitani, poi con i domenicani dei circoli savonaroliani, si impegnarono in uno stile dirinnovamento anche prima della conclusione del Concilio tridentino. Nel post Conciliodi Trento, ebbero il privilegio di poter avere Costituzioni proprie (1565), vedendo nuovamente confermata la loro piena autonomia dall’ordine carmelitano sia da Pio V17 cheda Urbano VIII. 18 E, grazie al proprio impegno, il Carmelo fiorentino di Santa Mariadegli Angeli divenne, nel giro di due secoli, un importante punto di riferimento spirituale per la città, la Toscana e l’intera Europa, anche grazie alla presenza di Santa MariaMaddalena de’ Pazzi.Almeno a partire dalla seconda metà del XVI secolo, alla morte del superiore, donAntonio Catani († 19 settembre 1557), era stato eletto il nuovo governatore, don LeoneBartolini.19 Costui, però, non poté prendere sollecitamente possesso dell’incarico a cau-14Regola del Sacro Ordine della Beatissima Vergine del Monte Carmelo, 1611, cit., 67.Cf. VASCIAVEO, C., Una storia di donne. Il Carmelo di S. Maria degli Angeli e S. Maria Maddalena de’Pazzi, Ed. Carmelitana, Roma 2013, 19-27.16Breve di S.S. Leone X (29.10.1520), in Governo dei PP. Carmelitani, ms, SMA 3.2.b.1.17Breve di S.S. Paolo V (2.5.1567), in Governo dei PP. Carmelitani, ms, SMA 3.2.b.1.18Breve di S.S. Urbano VIII (16.2.1630), in Governo dei PP. Carmelitani, ms, SMA 3.2.b.1.19Giornale di ricordi 1549-1576, ms, SMA 3.2.R.1, 366r. Don Leone Bartolini (†1577) era un presbitero originario dei Bagni della Porretta, zelante savonaroliano, figlio spirituale del domenicano Arnolfini.Nel 1529, costituì a Porretta una confraternita nel cui ambito si impegnò in attività di accompagnamento spirituale. Nel frattempo si impegnò in vari tentativi di riforma sia di alcune residenze laicali che di15CHIARA VASCIAVEO186
32 (2021) 183-212rivista di ricerca teologicasa dell’emergenza intervenuta per una disastrosa piena dell’Arno (13 settembre 1557),seguita dal trasferimento d’urgenza delle monache al vicino convento dei carmelitani.20Per tale congiuntura ci fu uno scambio di missive tra la priora del Carmelo fiorentino elo stesso Bartolini, fortunatamente ancora presenti nell’Archivio di Stato di Bologna,utili per individuare la sollecita premura pastorale cui assolsero i padri gesuiti, da pocostabilitisi in città, verso le carmelitane. Così, al Bartolini assente, madre Arcangela nonnascondeva «tante nostre tribulatione et travagli» facendo presente la difficile situazione in cui si erano venute a trovare:Siamo senza i sacramenti et cibo spirituale del anima nostra da Santo Michele in qua, come viscrissi per la ultima mia. Oggi, per gratia del Signore, ci confessiamo da reverendo padre donDiegho [De Guzmán] della Compagnia del Giesu, come ci lassasti. Queste figliuole stavanomolto mal contente non potendo haver Giesu; non pareva lor giusto. Dicevano: «Siamo senza il padre che si è partito et non possiamo haver Giesu che sempre aspetta, per donarsi tuttoa chi lo desidera. Possiamo ben dire col figliuol prodigho: Quanti mercenarii abbondano nellacasa del nostro Padre et sposo, del pane et delitie de’ i Santi Sacramenti et Verbo di Dio! Etnoi che siamo sue spose, se ben non come converrebbe a un tale sposo, ci moiamo di fame.21In realtà, i gesuiti erano presenti alla corte dei Medici almeno dal 1547 con Polancoe Laínez, ma Eleonora de Toledo aveva stabilito una particolare intesa con padre Diegode Guzmán, rettore di Firenze, già discepolo con Gaspar de Loarte di Juan de Avila,22monasteri come quello domenicano di Santa Maria Nuova a Bologna (1553). Proprio per tale impegno,si giunse ad un processo che dovette sostenere dinanzi all’inquisizione romana (1554-1556) per l’accusadi aver “istigato” alla disobbedienza alcune religiose fino ad ipotizzare la fuga delle più impegnate versoun altro monastero. Ne uscì assolto anche per l’appoggio dei gesuiti e dello stesso S. Ignazio, ma glistrascichi determinatisi resero opportuno un suo allontanamento, almeno per un periodo, dalla diocesidi Bologna. A partire dal 1556, don Bartolini divenne coadiutore del vescovo di Pistoia, il savonarolianoP. F. Ubaldini da Gagliano (o Galliani) che, nel 1559, lo nominò suo vicario generale. In seguito, fumolto vicino a diversi domenicani legati all’Inquisizione, dal p. Nerli al p. Bernardini, fino al p. Ghislieri. Durante tale periodo, don Leone, insieme al Nerli, fu visitatore e predicatore di parrocchie e monasteri fino a che, nel 1557, gli fu chiesto di accettare il governo del Carmelo fiorentino di Santa Mariadegli Angeli. L’imitazione di Cristo era uno dei pilastri del percorso spirituale proposto dal Bartolini. Matale fine non poteva essere raggiunto se non attraverso la «rottura della volontà» secondo la tradizionegesuitica. Di tanto si hanno buone attestazioni nel suo Essercitio sulla passione. In particolare, il Bartolini era un fautore della frequenza alla comunione anche quotidiana, quale fondamentale antidoto siaalle derive ereticali che ad ogni tipo di crisi spirituale.20CONCI, V., Ricordanze del Carmine 1453-1645, Archivio di Stato di Firenze, conv. soppressi 113,anno 1557.21DEL GARBO, A., «Lettera, 8 ottobre 1557», Fondo demaniale. Monastero di Santa Maria degli Angeli, Archivio di Stato di Bologna, 104/2818, filza 25 n. 3, 1rv. Per tutte le citazioni si è riportato il testooriginale eccetto che nelle sovrabbondanti maiuscole e nella punteggiatura, con minimi ritocchi riportati in parentesi quadre [] ove indispensabili per la comprensione del testo stesso. Cf. Mario SCADUTO,L’epoca di Giacomo Lainez. Il governo. 1556-1565, Edizioni “La Civiltà Cattolica”, Roma 1964, 579.22Cf. PASTORE, S., «Tra conversos, gesuiti e inquisizione: Diego de Guzmán e i processi di Ubeda(1549-1552)», in Inquisizioni: Percorsi di ricerca, PAOLIN, G. (ed.), Università di Trieste, Trieste 2001,215-251. O’MALLEY, J., I primi Gesuiti, Vita e pensiero, Milano 1999, 130.344.405.CHIARA VASCIAVEO187
32 (2021) 183-212rivista di ricerca teologicapoi procuratore alla congregazione generale del 1558.23 Il p. Diego, invece, che avevasognato le Indie, pativa la situazione di confinamento in Toscana, complicata dalla scarsa coerenza esistenziale della stessa duchessa conquistata dal gioco d’azzardo. Ma dal1551,24 il sorgere di un Collegio a Firenze aveva reso ancora più rilevante il debito dellaCompagnia nei confronti della nobildonna, finanziatrice non proprio generosa. Quindi,malgrado le sue pressanti richieste, egli rimase nella città medicea per volontà dei superiori, almeno fino al 1560.25Avendo potuto precisare l’intervento dei gesuiti solo con fonti esterne all’archiviomonastico per evidenti perdite documentarie, non è possibile fornire ulteriori dettaglisulla tempistica della loro presenza nella seconda metà del XVI secolo a causa del silenzio dei registri rimasti; anche se decisamente predominante, in tale periodo, appare ilruolo dei domenicani Nerli26 e Capocchi.27 I due frati appaiono sia come predicatoriche come guide spirituali almeno fino al 1580 e rivestirono un ruolo significativo oltreche nella formazione pure nell’organizzazione della comunità.28 Più tardi, nell’ultimo onegli ultimi due decenni del XVI, in seguito all’inizio del ministero di don FrancescoBenvenuti come governatore (1591), la cura pastorale dei gesuiti divenne sempre piùassidua. Come confessori straordinari non solo seguirono suor Maria Maddalena de’Pazzi ma arricchirono pure la biblioteca monastica con le proprie pubblicazioni, utilizzate sia per le letture comunitarie che la meditazione personale. Un ruolo non trascurabile, infine, ebbero i padri della Compagnia nel favorire l’ingresso di numerose giovani23SCADUTO, M., L’epoca di Giacomo Lainez, cit., 103. KEENAN, C. R., «Jesuit Devotional Literature»,in Jesuit Historiography Online. Consultato online il 24 aprile 2021: http://dx.doi.org/10.1163/24687723 jho COM 198534.24Ovviamente ci furono più cambiamenti prima di arrivare a stabilirsi presso la chiesa di San Giovanni evangelista. I gesuiti furono prima ospiti dello spedalingo G. de’ Rossi, poi nel «Fondaccio S.Spirito» e quindi «nel popolo di S. Trinita, nel chiasso de’ Davanzati». BENCIVENNI, M., L’architetturadella Compagnia di Gesù in Toscana, Alinea, Firenze 1996, 27-50, in part. 28. Cf. anche TACCHI VENTURI,P., Storia della Compagnia di Gesù. Dalla solenne approvazione dell’Ordine alla morte del Fondatore, II/2,Roma 1930, 420-433. SCADUTO, M., L’epoca di Giacomo Lainez, cit. 139-152; 577-579.25SCADUTO, M., L’epoca di Giacomo Lainez, cit., 578-585.26VASCIAVEO, C., «“C’è una gran carestia di buon Pastori”», cit., 343-344.27VASCIAVEO, C., «Il commento al Cantico del domenicano Capocchi nel vissuto spirituale di santaMaria Maddalena de’ Pazzi», Teresianum 1/70 (2019): 79-83.28Del padre Benedetto Onesti op (1513-1595), è presente nel Carmelo di Firenze, l’inedito Trattatodelli officii, ordini e, cerimonie, che debbono essere in un monasterio di monache che desiderano vivereosservantemente e con pace., (ms, SMA 3.3.B.6). L’autore, per secoli, non è stato identificato, a causa diun errore nella trasmissione del suo cognome, in quanto si era cancellata, in epoca imprecisata, la O delsuo cognome e in molti hanno cercato il “Nesti” come autore del testo in uso nel Carmelo fiorentino. Èstato possibile recuperarlo grazie ad una nuova edizione del suo testo settecentesca [ONESTI, B.], Trattato Cerimoniale, ms, SMA 3.3.B.8, 105. Padre Onesti era abbastanza noto negli ambienti delle domenicane toscane, particolarmente lucchesi e fiorentine, del cinquecento per la redazione di trattati sulla vitamonastica. Cf. VASCIAVEO, C., Una storia di donne, cit., 91.109.114.188. GROSSI , I. P., «“Breve e utilmodo del viver christiano” di fra Benedetto Onesti OP. Un trattatello di vita spirituale scritto in S. MariaNovella nel 1568», in Memorie Domenicane 11 (1980): 505-573.CHIARA VASCIAVEO188
32 (2021) 183-212rivista di ricerca teologicada loro guidate in questo Carmelo. Quindi, dal primo intervento documentato dei gesuiti nel 1557, come accadde per altre illustri carmelitane, il loro ministero più di quellodei frati carmelitani, accompagnò nella guida del foro interno, la storia spirituale diquesta comunità monastica.2. I gesuiti e le carmelitane fiorentine: tra incontri e lettureSe non per ogni periodo è facile dettagliare le singole presenze, dei vari padri dellaCompagnia rimase una traccia cospicua attraverso omelie29 ed altri tipi di testimonianze.30 Del p. Ribadenera, nella biblioteca monastica, è a tutt’oggi disponibile la Vita del P.Ignatio di Loyola (1586). Sono ancora presenti nell’archivio monastico alcuni testi manoscritti redatti da gesuiti e trascritti dalle carmelitane anche prima della loro censura ordinised edizione a stampa, come una copia manoscritta del Compendio di Perfezione (15851586) del Gagliardi, in uso alla Santa.31 Nello stesso modo sono custodite copie dellelettere di S. Ignazio32 e dei primi generali della Compagnia.33 D’altra parte, pure con idanni e le dispersioni causate da alluvioni, espropri e almeno tre traslochi dalla sede storica di San Frediano, nella biblioteca storica della comunità fiorentina si ritrovano, atitolo di esempio, una serie di testi di matrice gesuitica utilizzati per la meditazione34 e per29CEPARI, V., Raccolta di prediche, 1599, SMA 2.3.IIIE.5; ANONIMO, Raccolta d’alcune parole fatte nelvestimento della Margherita Cavalloni chiamata Suor Francesca Eletta dal suo Padre Spirituale addì 10 diNovembre 1596, ms, SMA 2.3.IIIE.4.30GESUITI, Miscellaneo, ms, SMA 2.3.IIIE.2.31VASCIAVEO, C., Una storia di donne, cit., 155-156. E’ probabile che il manoscritto sia pervenuto allaSanta non prima del 1592, quando ormai i grandi temi della spiritualità maddaleniana erano già delineati. In questo testo appaiono dei richiami afferenti ai testi pseudo-dionisiani che potrebbero trovarequalche eco nell’esperienza maddaleniana, ma spesso con risonanze globali diverse. EAD., «Radici ecclesiali dell’esperienza mistica di Maria Maddalena di Firenze. Note introduttive sulla biblioteca monastica» in Synaxis 24 (1/2006): 72-74. Cf. anche CAMILLERI, C., «Achille Gagliardi’s Compendio della perfettione christiana in the Carmelite Monastery of Santa Maria degli Angeli. Exploring two ignored Codices», Seeing the Seeker. Explorations in the Discipline of Spirituality, a cura di Hein Blommestijn - CharlesCaspers - Rijcklof Hofman, ( Studies in Spirituality Supplement 19), Lovanio 2008, 277-299.32Copia di una lettera del Nostro Padre Ignatio alli Padri e Fratelli di Portugallo e altri scritti di pietà,ms, SMA 2.3.IIIE.1, ff. 1-15. Corrisponde a SANCTI IGNATII DE LOYOLA SOCIETATIS JESU FUNDATORIS, PatriSimoni Rodericio, Roma, 18 marzo 1542, Monumenta Ignatiana. Epistolae et Instructiones, I, G. Lopezdel Horno, Madrid 1903, n. 38, 192-196.33Copia di una Lettera del Nostro Padre Generale Claudio Acquaviva sopra la Renovatione delloSpirito a Padri e Fratelli della Compagnia (29 settembre 1583), ms, SMA 2.3.IIIE.2, 1-36. Cf. ACQUAVIVA,C., Lettera del Nostro Padre Generale Claudio Acquaviva sopra la Rinouatione dello spirito à Padri eFratelli della Compagnia, [Roma 1583].34Cf. CAPIGLIA, A., Meditationi sopra tutti gli Evangelii dello Anno, I - II, G. B. Combi, Venezia 1640.TORNIELLI, G. SJ, Quaresimale postumo., Remondini, Bassano 1604. PIATTI, D. SJ, Trattato della Passione del Salvatore., A. Ciaccone appresso B. Zanetti, Roma 1607. ARIAS, F. SJ, Dell’Imitatione di ChristoNostro Signore., B. Zanetti, I, Roma 1609. ARIAS, F. SJ, Profitto Spirituale nel quale s’insegna à fareacquisto delle virtù e progresso nello spirito, P. Bertano, Venezia 1610. ALBERTINI, F. SJ, Trattato dell’An-CHIARA VASCIAVEO189
32 (2021) 183-212rivista di ricerca teological’orazione comunitaria.35 Allo stesso modo, tra i pochi libri di cella che ogni monaca poteva consultare senza richiesta di permessi, fino a metà del secolo XX, insieme all’Imitazione di Cristo e la Vita di S. Maria Maddalena,36 c’era l’Essercitio di Perfettione del Rodriguez.37 A partire dalla beatificazione di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, poi, diversi gesuiti,dal Cepari38 al Segneri39, non mancarono di editare biografie e devozioni in suo onore.gelo Custode.con l’Offitio dell’Angelo, Guglielmo Facciotti, Roma 1612. RIBADANERIA, P. SJ, Vita del P.Francesco Borgia SJ., B. Bonnetti, Roma 1616. (SAN) BELLARMINO, R. SJ, Scala di salire con la mente aDio., B. Zannetti, Roma 1616. (SAN) BELLARMINO, R. SJ, Delle sette parole dette da Christo in croce, B.Zannetti, Roma 1618. (SAN) BELLARMINO, R. SJ, Del gemito della Colomba., G. Cassiani, Roma e Modena 1618. RODRIGUEZ, A. SJ, Esercizio di perfettione e di virtù christiane, B. Zanetti, Roma 1620. PINELLI,L. SJ, Gersone della perfettione religiosa., G. B. Ciotti, Venetia 1629. GRASSETTI, G. SJ, Vita della BeataCaterina di Bologna.Le armi necessarie alla battaglia spirituale., Eredi del Cochi, Bologna 1630. BINET,S. SJ, Consolatione dell’Anime Desolate., F. Corbelletti, Roma 1635. BARTOLI, D. SJ, Della vita e dell’Istituto di S. Ignatio., D. Manelfi, Roma 1650. STADIERA, F., Inganni che occorrono nella via del viverechristiano, I, M. Castellini, Roma 1651. ALVAREZ, G. SJ., Essercitii Spirituali., A. Cassiani St. Ducale,Modena 1656. (DE’) BARRY, P. SJ, Solitudine di Filagia., V. Mascardi, Roma 1659. NIERIMBERG, G. E. SJ,Vita divina e strada reale e breve per acquistar la pefettione, Per il Baba, Venezia 1660. IGNAZIO DI LOIOLA(SANTO), Esercizi Spirituali di S., Stamperia del Varese, Roma 1663. TEXIER, C. SJ, Direttione spirituale., G. B. Bussotti, Roma 1684. DA PONTE, L. SJ, Tesoro nascosto., D. A. Ercole, Roma 1690. ROSIGNOLI, C. G. SJ, Meraviglie di Dio ne’ suoi Santi., Per il Longhi, Bologna 1696. PINAMONTI, G. P. SJ, La Crocealleggerita., Stamp. Remondini, Bassano s.d. CARSUGHI RANIERI SJ, Meditazioni per ciascun giorno dellaQuaresima., Antonio Rossi, Roma 1703. CRASSET, G. SJ, Considerazioni Cristiane per tutti i giorni dell’Anno cogli Evangelj di tutte le Domeniche, III, Stamperia Baglioni, Venezia 1716. CROISET, G. SJ, Esercizi di Pietà per tutti i giorni dell’anno., I, G. Gatti, Venezia 1722. SEGNERI, P. SJ, Opere del Padre PaoloSegneri., I, A. Pazzoni e P. Monti All’Insegna della fede, Parma 1701. NEPVEU, F. SJ, Pensieri ovveroriflessioni cristiane per tutti i giorni dell’anno, I, P. Baglioni, Venezia 1715. PINAMONTI, G. P. SJ, Lareligiosa in solitudine., G. Tomasini, Venezia 1721. SEGNERI, P. SJ La manna dell’anima overo esercitiofacile.per chi desidera in qualche modo attender all’oratione, I, G. Monti, Bologna s.d.,35Fino a metà del XX secolo, nell’orazione comunitaria, le carmelitane leggevano brani scelti dallemeditazioni dello Spinola, nella forma più lunga o nel Compendio. Cf. [Rituale] 1 Libro «Dal Gennaio alGiugno». Di Coro per la Reverenda Madre Priora, ms XIX sec., SMA Miscellanea Monache, 7.35.36.39. Inbiblioteca sono ancora presenti numerose edizioni delle sue Meditationi: SPINOLA, F. A. SJ, Meditationisopra la vita di Jesu., I, B. Guasco, Genova 1652. ID., Meditationi sopra la vita di Jesu., II, B. Guasco,Genova 1653. ID., Meditationi sopra la vita di Jesu., II-III-IV, Baglioni, Venezia 1741. ID., Meditationi soprala vita di Jesu., I, Baglioni, Venezia 1746. ID., Compendio delle meditazioni .coordinate secondo gl’Evangelicorrenti., III, S. Occhi, Venezia 1741. ID., Compendio delle Meditationi sopra la vita di Jesu., I-II, F.Moucke, Firenze 1759. ID., Compendio delle Meditationi sopra i Vangeli., I-II, S. Occhi, Venezia 1791.36S. M. MADDALENA DE’ PAZZI, Vita e ratti di S. M. Maddale
* Responsabile dell'Archivio Storico del Carmelo S. Maria degli Angeli e S. Maria Maddalena de' Pazzi - Firenze; [email protected] 1 «Da esso [Benvenuti furono] date a rivedere in diversi tempi a molti Padri della Compagnia di